Luigi Schifitto – “L’uomo con lo zainetto”
(Gilgamesht Edizioni- 2013-pagg. 282-€ 13,00)
L’ultima fatica di Luigi Schifitto, ingegnere e docente di Fisica, nonché siciliano di nascita ma da anni residente a Torino, ha i tratteggi del più classico dei serial killer all’americana. Un assassino seriale nostrano però (l’azione si svolge tra Torino e Roma) che a differenza dei molti e ormai troppi romanzi del genere, soprattutto di natura anglosassone, ha una peculiare caratteristica e, sotto un certo aspetto, lo pone su un livello più umano.
Pur essendo del tutto ovvio che le azioni dei S.K. siano di per sé esecrabili e quanto mai giustificabili, in questo caso il protagonista (in negativo) del romanzo di Schifitto lascia nel lettore tracce di umana comprensione e commiserazione. In sostanza, non si tratta del solito ammazzasette che spesso uccide senza un motivo apparente se non quello della schizofrenia e dei disturbi di natura sessuale o dello psicolabile che prova solo soddisfazione nel massacrare le sue vittime. Il personaggio messo in atto e al centro della storia compie i suoi delitti (efferati e crudeli, comunque) con fredda e calcolata determinazione ma con una seppur quanto minima parte di alibi, se osserviamo la vicenda dal lato umano, anche se e in ogni caso non eticamente assolvibile.
Trattandosi di un romanzo giallo, come evidenziato nell’inquietante copertina ideata da Roberta Arias, anche se il taglio è più quello del thriller/noir per ovvi motivi non intendiamo addentrarci oltre ma solamente affermare che il “fulcro” principale delle azioni di questo S.K. ha come fil-rouge la vendetta.
Detto questo non ci resta che sottolineare come Luigi Schifitto sia riuscito, oltre a delineare alla perfezione i vari personaggi, anche a trovare un motivo conduttore della vicenda dai risvolti storici e folcloristici, avvalendosi di alcuni indici particolari collocati nei tempi e nei luoghi giusti con originalità e ingegno (non per nulla l’Autore è ingegnere!) che lasciano scorrere le varie fasi del romanzo e tengono costantemente desta l’attenzione del lettore. Un pregio tutt’altro che rilevante data la massa di “gialli” e similari in circolazione che giornalmente ci vengono propinati e che spesso disorientano e affaticano o addirittura annoiano il lettore.
Luigi Schifitto con questo suo “L’uomo con lo zainetto”, edito con i caratteri della Gilgamesht Edizioni, ci conduce per mano e ci guida alla scoperta di una storia drammatica, a tratti crudele, senza però mai perdere di vista la buona scrittura, mantenendo, nel contempo, sempre alta la tensione come d’altronde lo richiede questo genere letterario. Più che un “giallo classico”, dove prevale il metodo induttivo-deduttivo e lavora sul passato, questo romanzo, come si diceva, si avvale delle caratteristiche del thriller/noir che invece si sviluppa al presente e dove i protagonisti, sia il S.K. sia l’investigatore nei panni del commissario Cavalli, sono in continuo movimento. Ma un po’ tutti i personaggi, compresi quelli di contorno, come i luoghi descritti sono ben delineati e fra le pagine scorre anche qualche traccia di quel velato humor che spesso serve a fare lievitare e alleggerire una vicenda tragica e altamente seriosa.
In sostanza, un libro che si lascia piacevolmente leggere e che desta interesse: cosa chiedere di più da quello che genericamente viene definito come un romanzo d’azione?
Mario T. Barbero .
Pubblicato il 2013-11-14 03:19:48.
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