Giuseppe Bernardi – “DIARIO DI UN PENSATORE DI CAMPAGNA FINITO IN MONTAGNA-Grovigli di scontento tra il bello della vita”
(Edizioni del Graffio 2011-pagg.147-€ 14,00)
IL “Diario di un pensatore di campagna finito in montagna” (tra l’altro un titolo accattivante e azzeccato anche nella perfetta rima!) ci porta e ci accompagna con fare delicato a rivivere, come in un caleidoscopio, la visione di un mondo mutato così rapidamente… in peggio (mezzo secolo, poi, cos’è in confronto all’eternità?), dove violenza, sopraffazione ed egoismo (e mi fermo qui), l’hanno fatta da padrone, fino a farci piombare in una sorta di inspiegabile e pericolosa angoscia che lo stesso autore considera quale fil-rouge per cercare di comprendere i difficili momenti in cui attualmente viviamo. E proprio attraverso la sua minuziosa ricerca Giuseppe Bernardi cerca di darsi una giustificazione, più che una improbabile (e forse impossibile) risposta concreta. Come un qualcosa di indecifrabile e, contemporaneamente, come un qualcosa di immutato e di immobile in quel Tempo che inesorabilmente trascorre e continua la sua corsa all’infinito, fuori dalla portata della umana conoscenza: «…Da quanti è stato scritto e detto: “Gli uomini passano come in un soffio, ma la terra è sempre lì”. Guardo anch’io: le case, le strade, le colline, i fiumi e penso: “Loro ci saranno dopo di noi, e ancora dopo; ciò nonostante!».
Questo libro di Giuseppe Bernardi, bardonecchiese di adozione, è frutto di profonde riflessioni su persone e luoghi. Un lungo percorso attraverso il «… frutto di riflessioni notturne dell’Autore, trascritte di getto con la matita, al mattino presto, su un quaderno a quadretti prima di andare al lavoro»: è questa la definizione che Bernardi ci dà della sua opera letteraria che accomunata alla proficua attività di poeta, di pittore e di scultore mette in tutta evidenza la sua personalità. La personalità di una vita dedicata alla ricerca culturale e spirituale del mondo che lo circonda (piccolo o grande che sia) e dell’esistenza delle persone che lungo il suo cammino ha incontrato. Un percorso che attraverso esperienze personali lo ha portato anche e spesso ad amare considerazioni su quanto scorreva sotto i suoi occhi (ed anche, soprattutto, nella sua mente), a quel profondo cambiamento della società e dei suoi protagonisti. Un libro in cui nell’Autore nel suo lungo e appassionato excursus affiora ben evidente una critica alla società, al mondo stesso e, contemporaneamente, agli uomini che lo compongono, con una sorta di reverie (forse illusoria) che tutto possa cambiare e ritornare nella normalità e nella consuetudine di un mondo vivibile. Ma ciò nonostante, permane in lui sempre quella “Nostalgia” di tempi passati, come ben espressa nella lirica pubblicata nel Bollettino Parrocchiale di S.Andrea Apostolo di Castelnuovo Don Bosco nel marzo del 1986:
Più lontani or s’odono
i mattutini richiami
dei barocchi ai bronzi.
Inerti,
il cigolio dei cardini
agli antichi portali
ed i selciati passi delle pie
dall’impervia Argentero.
Un sospirar di affetti
ed il lento, mesto rintocco
a segnare il logorio dei tempi
Alle vite perdute.
La raccolta secolare atmosfera
gli incensi,
l’accorata preghiera ai Padri,
i futili mormorii degli incerti
ai retri archi.
A crocchi,
il rimembrar dei saggi
in Cafasso suolo
e le immortali torri,
pietose al trascorrer delle genti.
Ma;
dei lontani smarriti suoni,
più nulla,
tutto tace.
Il libro di Giuseppe Bernardi è impreziosito dalle fotografie di alcuni suoi quadri, a dimostrare la personalità poliedrica dell’artista insita in lui.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2013-10-22 06:30:19.
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