Mimì Albanese-“ACQUE TORBIDE SUL LUNGO PO”
(Pietro Pintore Editore 2013-pagg.195-€ 16,50)
Nonostante le “acque torbide sul Lungo Po” dopo un’ondata di piena, le sponde fangose e scivolose del fiume, la bruma che sale a incorniciare la Basilica di Superga e la rende simile a una astronave nel cielo, Torino mantiene sempre quell’aurea di bellezza misteriosa e così maestosamente regale che la rende unica. E’ giustamente, definita… Capitale del giallo!
Una doverosa premessa ad un romanzo che ancora una volta ha Torino come protagonista sullo sfondo di una vicenda dai tragici contorni.
L’Autrice si avvale di queste prerogative per intessere la sua vicenda romanzata, pur avvalendosi di un limitato numero di elementi: un cadavere affiorante sulla riva dopo una piena del Po, una donna fragile ma nel contempo vigorosa nel difendere l’amore per il suo uomo, una giovane avvenente ma profittatrice e un investigatore, che in un certo senso potremmo definire pro-tempore, che fa da trait d’union tra la vicenda e i suoi protagonisti.
Una storia, quella descritta da Mimì Albanese in questa sua seconda fatica “in giallo” edita con i caratteri della Collana di Pietro Pintore, che raggruppa e tratta alcune delle tante tematiche di attualità (l’amore, il tradimento, la violenza sulle donne…). Tutti argomenti affrontati di petto dall’Autrice che sulla trama di un “giallo torinese” unisce quasi inconsciamente fantasia a momenti di vita vissuta, senza tuttavia mai trascurare una vicenda che si sviluppa momento per momento fino alla sua tragica (o logica?) conclusione.
Torino, si diceva, vista e descritta attraverso sfaccettature caleidoscopiche che la rendono, se ancora ce ne fosse bisogno, sorprendente e irripetibile.
Un “giallo” comunque leggero, scorrevole, sulla traccia di una realtà quotidiana che mette in evidenza nei personaggi sentimenti e sensazioni mai sopiti, dove i protagonisti si muovono sempre in primo piano e danno forma e spessore alla vicenda. Una vicenda che abbiamo voluto solamente tratteggiare, per non togliere al lettore la soddisfazione e la curiosaità di gustare il libro... fino all’ultima pagina!
Anche in questa sua seconda opera letteraria "giallistica" Mimì Albanese nel trattare una vicenda dai toni accesi e un po’ scabrosa, lo fa con mano leggera (si potrebbe definire con lieve tocco di penna) confermando quanto di positivo già espresso nel suo precedente romanzo Colpo mancino alla terza buca.
Mario T. Barbero.
Pubblicato il 2013-10-22 02:43:40.
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