Rita Bignante – “Un incantesimo lungo una notte”
(La Caravella Editrice 2013- pagg.148-€13,00)
Con la sua seconda opera Rita Bignante, dopo il successo di Senza sedurre (“Premio della Giuria Città di Salò” 2008, “Premio Priamar L.C.Savona” 2009, finalista “Premio Città di Recco” 2010) porta ora alla nostra attenzione una vicenda ai limiti (se non oltre) dell’onirico, un viaggio nell’incantesimo di un incontro amoroso… Tuttavia estendere il discorso sull’argomento sarebbe come svelare il finale di un romanzo giallo. Quello della Bignante anche se non è un vero e proprio romanzo da attribuire a questo genere letterario è, comunque, una avvincente storia che, seppur nei limiti dell’assurdo, assume toni e momenti di suspense con un notevole coinvolgimento emotivo che non lascia indifferente e avvince il lettore.
Rita Bignante, torinese residente a Cumiana, ama viaggiare e leggere (molto) prova ne sia che nei suoi libri ci sono sempre numerosi riferimenti di varia natura, dalla storia alla musica, dalla pittura a luoghi caratteristici resi celebri da grandi artisti, come quelli delle Langhe patria di grandi scrittori quali Pavese e Fenoglio, sempre ricchi di fascino e di atmosfere magiche.
Scorrendo le pagine del romanzo, risulta ben evidente che quest’ultima opera letteraria della Bignante abbia come sfondo un percorso di rara sensibilità attraverso le vite dei due personaggi che fanno la storia. Un “percorso intimistico" che si snoda attraverso una sorta di autobiografia al maschile (perché l’IO narrante è un uomo). Questa interposizione si rivela estremamente efficace e si connota con lo stesso percorso intimistico dell’Autrice. Con l’introduzione di “momenti e riferimenti musicali” il lettore è trasportato come per incanto di fronte ad uno spartito, lo spartito di una Sinfonia letteraria dolce e soave che coinvolge e si interseca con il “gioco” cadenzato di innamoramento dei protagonisti.
I personaggi di contorno del libro sono lineari, ben definiti, senza inutili orpelli, appropriatamente collocati al posto giusto, come eco degli stati d’animo di Brian e di Livia, l’uomo e la donna che si incontrano per caso in un antico cimitero del pinerolese. E proprio in quel luogo silente e sacro nasce l’incontro che darà vita allo scorrere dell’intera vicenda. In quel continuo spostarsi tra luoghi, azioni, sensazioni e… sogni.
La scrittura di Rita Bignante, oltre ad essere intrigante, ha tuttavia anche il grande pregio (e non è cosa da poco) di scorrere fluida e veloce, come il prezioso metallo finemente cesellato da quel grande artista che è il Tempo. Quel “Tempo”, come diceva Proust, “che solo sconfiggendolo ci si può riappropriare della vita passata”. E dove protagonista e narratore si fondono insieme per diventare oggetto della stessa materia.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2013-06-16 05:13:50.
Questa pubblicazione è stata richiesta 684484 volte.