Mercedes e Paola Bresso “Missione Last Flower”
(Edizioni Pintore 2012-pagg. 198- € 16,50)
Il libro scritto a quattro mani da Mercedes e Paola Bresso che nell’ormai lontano 1978 venne rifiutato da un importanteeditore (forse più occupato a seguire tematiche molto più futili ma di sicuro successo commerciale) prende ora vita grazie all’intuizione dell’Editore Pietro Pintore, fose meno importantema decisamente più sensibile al contenuto. E proprio con i caratteri della "Collana Falesie" della Pintore Edizioni viene ora alla luce questo libro-documento (siamo ormai nel 2012!) che, se portato all’attenzione del pubblico di allora (quindi oltre 35 anni fa!) avrebbe indotto maggiormente ogni Paese a riflettere sullo stato dell’ambiente, non solo su quello di allora, ma su quello con cui ci troviamo attualmente a convivere. Un argomento, quello dell’ambiente, che poi è quanto ci circonda, il mondo in cui viviamo (terra, mare, cielo, aria) e che è condizione indispensabile alla nostra vita.
In questo libro le Autrici parlano di Fantaecologia, un termine che, forse allora (nel 1978), poteva apparire anomalo e forse inconcepibile per i ritmi di vita del periodo post boom economico, ma che, adesso, ci dà da pensare e ci induce a considerarlo come un termine non più “fantascientifico” ma tremendamente “reale”. Dove la fantasia di allora poteva essere (ed è) la realtà di oggi. Ben venga dunque nelle nostre mani questo libro che ci parla e ci fa toccare da vicino i disastri ambientali provocati dall’uso sfrenato e senza controllo di tecnologie e dal poco, pochissimo, che l’uomo, per gli interessi più diversi, ha fatto per evitare i disastri e la violenza all’ambiente. Come sono serviti a ben poco i vari Summit mondiali di Stoccolma del 1972 e di Rio del 1992. E come giustamente dice Mercedes Presso nella sua prefazione “…la Terra è una e, ormai lo sappiamo, rara nell’Universo: proteggerla, per lasciarla il più possibile intatta ai nostri discendenti è nostro dovere assoluto”.
Il “racconto” che è stato inserito all’interno del libro è sì una storia romanzata ma che, al di là delle vicende umane dei protagonisti, ci fa riflettere e temere che andando avanti di questo passo, ci toccherà “fuggire” dalla Terra per trovare rifugio in altri pianeti dove ci sia un sistema di vita compatibile con il nostro. Ma si troverà questo nuovo Eden? E se sì, ci sarà spazio per tutti? Ipotesi (fino a un certo punto) inconcepibile e assurda. E allora, di fronte a una situazione così catastrofica e alla possibile desertificazione della Terra cosa potremo mai fare? Forse solo piangere e rammaricarci che anche le menti più elevate tra quelle esistenti fra di noi non siano state capaci di prevedere un simile tremendo pericolo. Una storia, quella di Daniel, lo scienziato preveggente, che dovrebbe essere letta con attenzione perché potrebbe essere ciò che potrà realmente capitare a ognuno di noi fra non molti decenni. Così come è ben da ponderare e prendere nella massima considerazione il saggio-romanzato di Mercedes Bresso “A che punto è la Terra” inserito a conclusione del testo.
Un libro, questo Missione Last Flower difficile forse da assimilare e ancora forse più difficile da metabolizzare, ma che ci “invita” per l’ennesima (e speriamo non ultima) volta a riflettere sulle condizioni ambientali in cui noi tutti, chi più chi meno, ha ridotto la Terra, e nello stesso tempo a considerare come tutti noi abbiamo fatto così poco per salvaguardarla. L’allarme è già suonato e lo conferma un recente studio della CEE sui fenomeni climatici estremi, di cui citiamo un passo: “Il cambiamento climatico è una delle più serie minacce per il futuro del nostro pianeta. Se la temperatura media della terra aumenterà di oltre 2° C rispetto a livello dell’era pre-industriale, i cambiamenti climatici diventeranno probabilmente irreversibili, con gravissime conseguenze a lungo termine. Le zone basse del pianeta, comprese vaste regioni di numerosi Paesi europei, potrebbero infatti essere sommerse a causa dei crescenti livelli del mare; in molte parti del mondo non ci sarebbe più abbastanza acqua potabile; gli eventi meteorologici estremi, causa di danni materiali ed economici, diventerebbero sempre più frequenti. Il prezzo da pagare per convivere con un clima diverso sarebbe un crollo delle nostre economie. La temperatura media della Terra è stata stabile per 10.000 anni, fino alla rivoluzione industriale (…). E’ partita la corsa contro il tempo per impedire che la Terra raggiunga il probabile punto di non ritorno. Una corsa che verrà sicuramente persa se non riusciremo a stabilizzare le emissioni mondiali al più tardi entro il 2020 e a portarle, entro il 2050, a un livello equivalente circa alla metà di quello del 1990”.
Meditate, terrestri, meditate!
Mario T. Barbero
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Pubblicato il 2013-03-29 05:12:38.
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