(Pietro Pintore Editore 2011-pagg.256-€.16,50)
Per i caratteri delle Edizioni Pintore, è uscito questa opera prima di Marcello Montanaro, oculista di Torino, un libro che si colloca nella “Collana Falesie” della casa editrice torinese.
Quello di Montanaro più che un romanzo è un affresco di vita e di vicende storiche che hanno per palcoscenico un periodo storico italiano, forse irrepetibile, riferito soprattutto nel contesto di una città, Torino, capitale e guida del Regno d’Italia. In quello che è stato un “momento magico e irripetibile” della città a metà dell’Ottocento. Capitale, fra l’altro, di molte altre attività (cinema, moda, automobile, e via discorrendo: successivamente espropriate a favore di altre città!).
“La rinuncia” è la storia di quattro giovani ufficiali medici dell’esercito piemontese, quattro inseparabili amici, quattro Moschettieri del Savoja Cavalleria. In particolare, uno di essi, Gerolamo Machetti, attraverso episodi gioiosi quanto dolorosi, di amore e di morte, di eroismi e di comune vita quotidiana, si racconta nel corso di un periodo lungo cinquant’anni. Cinquant’anni che raccolgono, in un ambito più ristretto, anche la sfortunata vicenda d’amore di due giovani: Gerolamo, il brillante ufficiale medico e Maria Luisa, una giovane della nobiltà torinese, vittime dei propri errori ma anche delle rigide convenzioni di allora.
Il libro di Montanaro ci porta a riflettere sulla caducità delle nostra vita, ma anche a soffermarci su quel grande momento della vita che coinvolge ognuno di noi: il Tempo. Quel Tempo di proustiana memoria cui l’Autore, seppur nelle pieghe di una narrazione sempre coerente con l’azione corrente, forse inconsapevolmente ricorre. “La vita trasforma, evolve, devia il cammino di idealità e sogni, deteriora il fisico e a volte enfatizza i difetti; altre, le più rare, con l’esperienza li addolcisce. Ma nemmeno la vita, con gli eventi che ci sottopone come uno spartito- quello che Verdi avrebbe definito ’La forza del destino’- nemmeno la vita può cambiare radicalmente ciò che siamo nel profondo”.
E la sorte cui tocca soccombere Maria Luisa, la giovane donna amata da Gerolamo Machetti ne è la riprova. La constatazione che a nessuno è possibile sfuggire a un destino già scritto in quel grande e misterioso libro che à la VITA.
Tuttavia, anche per Maria Luisa, una sorta di catarsi sembra avvolgerla in quelle che sono le “rigide regole” della società dell’epoca, così lontana da quella quotidiana. E anche qui, la mente ci riporta ad alcuni passi della Recherche, sorta di iconografia della società dell’Ottocento che quel grande “ricercatore del tempo perduto” a nome Marcel Proust raffigura in modo mirabile nei personaggi che danno vita ai salotti snob dei Guermantes e, più ancora, in certi ambienti di “Sodoma e Gomorra”.
E’ in questo particolare stato di lirismo che l’opera di Montanaro, oltre ad eccellere in episodi di vita e interessanti dissertazioni (come la “critica” alla follia della guerra per bocca del protagonista seppur uomo d’armi, oppure, in tono molto più lieve, la storia del sigaro toscano, o, ancora, la minuta descrizione di luoghi caratteristici e, per concludere, l’affondo finale intimo e commovente) ci guida a rileggere e metabolizzare una vicenda umana inserita in un periodo storico molto importante. Gerolamo e Maria Luisa si pongono quindi al centro di una umanissima vicenda dai risvolti talvolta imprevedibili ma, purtroppo, quasi scontati. Qui, l’Autore con la sua narrazione ci dà un saggio, attraverso il muoversi del protagonista, di quali siano (e debbano essere) i valori più alti e più significativi. Gli unici in grado di innalzare e glorificare l’animo umano.
“Si vive nel ricordo di chi ti ha amato, è così che si ottiene l’immortalità”: una frase, quella inserita in quarta di copertina, già di per sé significativa a dare senso e raffigurare l’intera vicenda. Una grande storia d’amore sullo sfondo di una guerra crudele e inutile, come lo sono, in sostanza, tutte le guerre.
Mario T. Barbero
Pubblicato il 2012-05-06 06:14:06.
Questa pubblicazione è stata richiesta 683811 volte.