Il testo con l’introduzione di Marco Rizzi e la traduzione e le note di Giovanni Pini ci porta a conoscere uno scritto divenuto momento significativo delle culture dove il cristianesimo si è diffuso. Un testo che si pone come principio il tentativo di porre il cristianesimo all’interno della cultura e della pratica di vita del mondo antico. Clemente nato ad Alessandria d’Egitto nel 180 ebbe come maestro Panteno, cristiano di origine siciliana e portatore di una tradizione direttamente risalente agli Apostoli, che ebbe una notevole influenza su di lui come lo furono gli scritti di Platone ed Omero. Clemente d’Alessandria con gli Stromati va ad influenzare la scuola filosofica del tempo interloquendo nel contempo con lo stesso contesto culturale. Gli Stromati che letteralmente significa “tappeti” o “tappezzeria” è un termine usato nell’antichità per indicare miscellanee di carattere grammaticale o erudite. Nel corso del tempo, gli studiosi hanno dato pareri differenti a quest’opera definita come “Note di vera filosofia”: il Lazzati aveva segnalato il carattere esoterico degli Stromati e ne aveva individuato la collocazione nell’ambito scolastico, Claude Mondésert ne aveva sottolineato la funzione di “promemoria” ad uso dello stesso Clemente contenente materiale per la discussione scolastica, André Méhart conduce l’opera ad un genere letterario a metà tra la filosofia e la letteratura, mentre Louis Roberts definisce gli Stromati come appartenenti alla letteratura ipomnematica ove è richiesto uno specifico contributo da parte del lettore, la cui capacità intellettuale viene messa alla prova dalle idee disseminate nel testo che ne devono accendere l’intelligenza interpretativa.
L’opera, al di là delle interpretazioni, mette tuttavia in evidenza agli occhi dei suoi detrattori il cristianesimo di Clemente che viene snaturato per un presunto cedimento al platonismo o allo gnosticismo o, più semplicemente, all’elitismo proprio della cultura ellenistica. Il pensiero di Clemente con questo suo scritto “esoterico” declina verso uno strumento in linea con la tradizione filosofica antica e destinato alla discussione tra maestro e discepolo ad uso esclusivo della scuola, ma anche conforme al modello evangelico del parlare in parabole perché “udendo, non odono e non capiscono”, a salvaguardia dei contenuti più profondi della fede. Il punto di partenza della riflessione di Clemente è quindi una combinazione tra la tradizione giovannea e quella paolina essendo Paolo, per Clemente, colui che ha raggiunto la coscienza più alta di Dio. L’opera è composta di sette libri: i primi tre libri sono improntati sul tema della fede, sulle condizioni razionali di accesso ad essa e sull’imponente massa di testimonianze, i libri dal IV° al VII° sono centrati sull’etica e sulla nuova trattazione della pistis e sui costumi dello gnostico. Per Clemente il “Dio dell’universo che sta al di sopra di ogni parola, di ogni pensiero, di ogni concetto non potrà mai essere affidato alla scrittura essendo ineffabile nella sua potenza”. In sostanza, la filosofia cristiana di Clemente Alessandrino si risolve nel silenzio dell’assimilazione a Dio. Il testo, oltre ad una corposa Appendice si completa con un Indice Scritturistico, un Indice Onomastico ed un Indice Analitico.
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Recensione |
Gli Stromati |
saggistica |
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Autori |
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Mario T Barbero |
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Edizione: Paoline Edizioni Milano 2006 |
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Introduzione di Marco Rizzi. Note e trad. di Giovanni Pini - pp. 882 |
prezzo: € 54,00 |
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Recensione a cura di |
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Mario T Barbero |
Pubblicata su: Literary nr.2/2007 |
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