Per la collana “Letture Cristiane del Secondo Millennio”, che contempla in quasi quaranta volumi le opere più significative ed attuali dei “Pensatori Cristiani”, Luciana Mirri (introduzione e note) e Rossella Zugan (traduzione) ci presentano con il loro testo uno dei più alti punti di spiritualità e di riflessione teologica del monachesimo orientale nell’eremo russo di Optina.
Optina, definito come “vero vivaio della nuova cultura” è la fonte verso la quale vengono ricondotte le correnti eterogenee della vita spirituale russa. Il volume è un vero e proprio trattato sul monachesimo della Santa Russia, la via di una identità cristiana improntata sulla vita spirituale come liberazione dal mondo sensibile perché appagata unicamente dal mondo divino. Una unità e una dimensione comunionale che trae forza dal termine slavo sobornost, che significa “riunione”, “assemblea”, cioè “comunione” nel senso di “unità”, come per l’appunto la Chiesa, definita sobornaja. Dopo l’invasione mongola dei secoli XIII e XIV che distrusse il centro di spiritualità russa l’impegno della fede cristiana si spostò a nord e solo nel XV secolo, grazie ai monaci Zosima e Savvatij che fondarono il Monastero delle isole Solovski si poté perpetuale nei secoli a venire la fiamma di santità dell’animo del popolo russo che è stato in fondo il vero portatore della missione di Dio che ha una delle sue icone in San Sergio di Radonez, il più venerato dei santi della Russia antica. Un cammino che verrà poi proseguito dal monaco Serafino di Sarov (vissuto tra i secoli XVIII e XIX) fondatore di monasteri e venerato al pari di San Francesco d’Assisi e vera “Icona di santità”.
In questo contesto di luoghi di alta spiritualità va inserito Optina Pustyn’, monumento degli anni Venti ed archivio di documenti preziosissimi di storia culturale russa. Collocato tra le fitte boscaglie della regione del Kaluga, Optina è tra i più antichi della Russia, esistente già a metà del secolo XV e perenne luogo di “cura spirituale delle anime ferite”, come è stato denominato. Un “archivio” della tradizione monastica, punto cruciale e centro di coesione di tutte le energie in evoluzione del pensiero russo. Il libro, oltre a tracciare la storia del monastero, attraverso gli Starcy (padri spirituali) succedutisi nel tempo è anche una ricca antologia di testi e di epistolari di spiritualità russa, nonché di regole e di insegnamenti di vita. E sull’etimologia di starec (lo starec Zosima, per la precisione) è una domanda che Dostoevskij si pone in uno dei suoi capolavori, “I fratelli Karamazov”. Al fine della lettura e dell’interpretazione molto utili sono poi gli indici scritturistico, onomastico e analitico inseriti alla fine del testo.
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Recensione |
Iconografia dell’anima |
saggistica |
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Autori |
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Luciana Mirri |
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Edizione: Paoline Edizioni Milano 2007 |
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a cura di. Traduzione di Rosella Zugan - pp. 360 |
prezzo: € 32,00 |
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Recensione a cura di |
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Mario T Barbero |
Pubblicata su: Literary nr.4/2007 |
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