E’ un libro di storia ma anche di memorie storiche quello di Giulio Ambroggio, saviglianese e insegnante di Filosofia e Storia nonché autore di un recente saggio su “Savigliano giansenista”. E chi più di uno nativo di Savigliano poteva scrivere quest’opera monografica su uno dei personaggi più illustri della simpatica cittadina cuneese? Il libro è impreziosito da immagini di archivio (anche dell’editore) e da alcune pagine manoscritte tratte dal memoriale del Santarosa e riferite alla mobilitazione dell’esercito sabaudo in caso di guerra all’Austria. Ma soprattutto il libro vuole esprimere senza troppe perifrasi il “pensiero” del Santarosa, tra l’altro anche Ministro della Guerra e quindi alquanto al corrente della situazione dell’epoca, avverso al comportamento del regnante sabaudo di allora Vittorio Emanuele I. La permanenza nell’esercito dette poi anche al Santarosa la consapevolezza della debolezza dello stato sabaudo e dell’incapacità di governare dei Savoia, almeno in quel particolare contesto storico. Sostenuto da una solida formazione culturale, dall’amicizia con personaggi altrettanto carismatici nonché amici e sulla sua stessa “lunghezza d’onda” come Cesare Balbo, Luigi Provana del Sabbione e Luigi Ornato, Santorre di Santarosa si batté con forza per dare il suo contributo al tentativo insurrezionale noto sotto il nome dei moti del 1821. Un tentativo, come sappiamo, che non ebbe suo compimento ma che servì quale occasione per un ripensamento e in particolar modo per quello che sarebbe poi divenuta la futura storia del nostro Risorgimento Nazionale.
Un bellissimo e interessante testo che i caratteri editoriali della Pintore hanno sapientemente integrato con brani tratti da altre opere del Santarosa come il trattato politico Delle speranze degli italiani, e il romanzo storico Lettere siciliane del XIII secolo oltre a parte del carteggio (di cui alcuni originali in lingua francese) del Santarosa con la moglie, con gli “amici di fede” e con il Marchese San Marzano, Ministro di Stato e “Primo Segretario di Guerra e di Marina” di Sua Maestà. Ma quello che maggiormente emerge è la figura, forse a qualcuno poco nota o peggio ancora lasciata nel dimenticatoio, di un personaggio di famiglia nobile e agiata e di formazione religiosa che grazia anche ad una cultura che spaziava dalle scienze matematiche alle lettere greche e latine, al disegno, seppe “creare” attorno a sé un personaggio il più delle volte scomodo pur di portare avanti le proprie idee come fondamento di una intera vita. L’opera di Giulio Ambroggio si avvale anche di una appropriata Bibliografia dell’Archivio Santarosa di Savigliano.
Un libro che è parte della nostra storia e che, come tale, ci dovrebbe portare a riflettere più a lungo sui personaggi che nei secoli trascorsi ci hanno lasciato quell’eredità con la quale oggi, da uomini liberi, abbiamo la fortuna di convivere.
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Recensione |
Santorre di Santarosa nella Restaurazione piemontese |
saggistica |
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Autori |
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Giulio Ambroggio |
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Edizione: Pietro Pintore Editore Torino 2007 |
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pp. 170 |
prezzo: € 20,00 |
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Recensione a cura di |
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Mario T Barbero |
Pubblicata su: Literary nr.5/2007 |
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