<% //deve esistere nomeSezione e idSezione come variabili js %>
Inserisci una o più parole presenti nel titolo.
Anche quest’opera, come molte altre delle precedenti scritte da Garagnon (fra cui citiamo Giada e quei benedetti misteri della vita e Segreto d’amore), condensa l’attenzione dell’autore sulla ricerca dei valori spirituali. Ricerca che in JOY e la ricerca della felicità trova il suo assunto nel personaggio di questa ragazzina, in questo “torrente di vita” com’è stata definita, che dà alla storia un tocco quasi da romanzo giallo. Dove non manca il ritmo e dove si susseguono i colpi di scena sempre sotto un comune denominatore: “la ricerca della felicità”. Il romanzo inizia e si snoda nei vicoli e nei cortili del Quartiere Latino di Parigi per poi spostarsi sulle colline toscane. Ed è nel cortile di Rohan che Joy incontra i suoi amici ed inizia con loro una vicenda nella quale si incrociano i destini dei vari personaggi che si muovono leggeri e incantati come in una favola; una favola nella quale la parola che si trova sempre in prima fila e si pone come leit motiv è “felicità”. La felicità che sprizza e scintilla dalla presenza di questa ragazzina in calzini bianchi e che fa sfondo ad una concezione filosofica semplice e persino ingenua della vita che sfocia nella speranza che il bene sopravanzerà sempre il male; concetto così bene espresso nella frase con cui Joy si rivolge a Fra Teofane: «…se perdiamo Dio, siamo perduti. E se ci lasciamo vincere da Dio, allora saremo vincenti…».
Un libro molto scorrevole e piacevole da leggere, che si sviluppa in trentasei capitoli (denominati: “La tavola delle 36 candele”) ognuno dei quali si integra a vicenda con gli altri e dà il giusto tempo all’azione nella quale Joy e i suoi amici sperimentano la Gioia perfetta.