André Chouraqui, uomo di legge e scrittore ha perseguito per tutta la sua vita (Ain Tèmouches, Algeria, 1917-Gerusalemme 2007) il dialogo tra le diverse culture. Dialogo che si identifica nelle tre religioni monoteistiche nella consapevolezza che solo il loro reciproco riconoscimento può portare a una pace duratura. L’autore in questo suo saggio ci presenta le corrispondenze e le conversazioni da lui avute con alcuni eminenti personaggi della sua epoca. Una sorta di riscontro di vite parallele con cinque importanti personaggi. Julies Isaac: uno storico sostenitore della necessità di rettificare l’insegnamento cristiano nei confronti degli ebrei e dell’ebraismo; Jacques Ellul: teorico e protestante col quale condivide l’opinione che Israele abbia un ruolo da svolgere nel mondo attuale e che l’umanità deve ritornare ai fondamenti biblici; Jacques Maritain: nel quale l’autore ripone la speranza di vedere continuare l’opera di rettifica dell’atteggiamento cristiano nei confronti degli ebrei; Marc Chagall: il pittore russo “convinto” da Chouraqui a decorare la cappella del Calvario di Vence. Con Paul Claudel, poeta, commediografo e acuto commentatore della Bibbia, l’autore ci propone una sua conversazione avuta nel corso della primavera del 1951 con la quale ci permettere di conoscere ancor più profondamente la fede e il pensiero di Claudel nei confronti di Israele.
Un saggio che è anche una vera testimonianza di amicizie fondate su un reciproco profondo rispetto, oltre che sul rispetto della Parola della Bibbia. Anche se nella corrispondenza con alcuni di loro traspaiono divergenze su “punti di vista” e su ottiche di diversa interpretazione, come un passo della lettera del 26 marzo 1987 scritta a Chouraqui da Jacques Ellul: “… credo sia un’illusione pensare che ci sia fraternità fra le «tre religioni monoteiste» o le «tre religioni del Libro». No! Allah non ha nulla in comune con JHWH, il Corano non ha nulla in comune con la Bibbia. Non sono degli accidenti storici che ci separano. E’ il fondamento stesso della Fede e il senso stesso del termine «islam».” Come si vede, questo è un esempio di quale e come sia stato difficile il cammino di André Chouraqui per riuscire a trovare una giusta collocazione fra le sue idee e quelle espresse dai suoi interlocutori, ma Chouraqui per superare queste divergenze si è però sempre fatto forte di quel suo illuminante principio che ha ispirato tutta la sua vita: “Fare delle nostre divergenze la ricchezza dei nostri scambi piuttosto che la causa delle nostre guerre”. Il testo è completato dalle biografie degli intervistati e dalle opere pubblicate di Chouraqui. |
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Pubblicato il 2011-06-08 02:13:28.
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