E’ raro il caso in cui un’autorità istituzionale in servizio attivo decide di mettersi in gioco o, meglio, di esporre tra le righe, in questo caso con i caratteri dell’Editore torinese Pintore, tutta una vita dedicata a svolgere funzioni di grande responsabilità, come per l’appunto la carica di Prefetto. Attività che Paolo Padoin, con uno stile di scrittura conciso, efficace e immediato, ha condensato in poco più di cento pagine. All’Autore va dato merito di avere volutamente contenuto oltre trentacinque anni di lavoro in così poco spazio… anche per rispetto al lettore! Tutta una vita dedicata al servizio dello Stato.
Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita nel 1972, Paolo Padoin ha preso servizio presso la Prefettura di Arezzo e, in seguito, presso quella di Firenze. Dopo una parentesi alla Commissione della Comunità Europea di Bruxelles, in un periodo compreso tra il 1980 e il 1984, è rientrato in Patria e ha ripreso il suo peregrinare lungo lo stivale. Nominato Prefetto nel 1993 viene inizialmente destinato presso il Ministro degli Interni. Dall’anno 1997 Paolo Padoin inizia la sua “carriera prefettizia” in varie città. Dapprima a Pavia, poi a Pisa, quindi a Campobasso per occuparsi dell’emergenza post-terremoto. Dal 2003 al 2008 è Prefetto a Padova e dal marzo 2008 è Prefetto di Torino. Un excursus al quale i soli “passaggi di sede” non danno sufficiente risalto ad una attività svolta anche negli anni della contestazione violenta che hanno insanguinato il Paese. Uomo dai molteplici interessi, Paolo Padoin è anche un apprezzato esperto di diritto comunitario, di amministrazione locale, di sicurezza e di protezione civile. E’ autore di numerose pubblicazioni e collaboratore della Guida Normativa per l’Amministrazione locale. A tutto questo, aggiungiamo che, data la sua grande competenza in campo informatico, dal 2007 gestisce e aggiorna personalmente il sito internet dedicato alla tutela della legalità: Rinnovare le istituzioni. In questo libro l’Autore ha volutamente esordito con un primo capitolo dedicato a spiegare in termini semplici e gradevoli la storia e le attribuzioni di un Prefetto: una sorta di vademecum e, contemporaneamente, quasi l’implicita replica al sottotitolo. Nei capitoli successivi, Paolo Padoin ci presenta la figura del Prefetto in tutte le sue sfaccettature, con una chiara esposizione delle incombenze che all’alta carica istituzionale vengono richieste. Un succedersi di avvenimenti che vanno dalla gestione del “Millennium bug 1999-2000” alle vicende legate ai Centri sociali di Padova e di Pisa, ai problemi tuttora non completamente risolti riferiti alla Tav. Accanto a momenti di commozione e di sofferenza per le vittime del terrorismo e del terremoto, un ricordo particolare l’Autore lo ha dedicato alle ventisette piccole vittime della scuola di San Giuliano di Puglia. Con arguzia e spirito prettamente toscano, Paolo Padoin ci porta a conoscere i risvolti di un’attività senza soste e sempre…in progress. Un caleidoscopico susseguirsi di avvenimenti: accanto ad alcuni intermezzi istituzionali (come l’incontro con Lady Diana, le vicende legate al cerimoniale per la visita di Mitterand a Firenze, il corso presso la scuola FBI di Quantico, la “missione” in Dubai, i problemi legati alla visita di Papa Giovanni Paolo II a Firenze), troviamo le partite di calcio, “grande passione” del Prefetto Padoin. Simpaticamente intitola il capitolo della sua venuta a Torino Il Prefetto viola nella tana dei gobbi. Nel contesto delle vicende esposte, troviamo altri episodi di notevole interesse, come il praticantato presso la Prefettura di Arezzo, la costituzione della Provincia di Prato, la toccante visita ai terremotati del Molise, l’esperienza di Direttore Centrale del Personale dell’Amministrazione Civile. Importanti sono stati gli incontri con i parenti delle vittime del terrorismo in quel tremendo periodo attorno agli anni Settanta. A questi, Paolo Padoin ha dedicato la sua fatica letteraria, come evidenziato dallo stesso Autore nella parte introduttiva del libro: “…ai dimenticati testimoni di un periodo tra i più bui della nostra storia”. Voglio concludere riportando le esatte parole con le quali Paolo Padoin mette fine al suo lavoro. Parole che esprimono appieno le esperienze raccontate: “Personalmente sono orgoglioso e fiero, come tantissimi altri colleghi, di aver dedicato tutta una vita a questa missione che mi ha costretto a pesanti sacrifici di carattere personale, ma, in compenso, mi ha regalato impagabili soddisfazioni”. Sono certo che, dopo avere letto questo libro, molti saranno in grado di affermare che il “Prefetto” non è più… Questo sconosciuto! |
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Pubblicato il 2011-06-05 06:06:36.
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