Nella quarta di copertina del libro di Pier Francesco Gasparetto è riportata una frase che condensa di per sé tutto il contenuto volume e dà una esatta misura di ciò che passa nella mente del miglior amico dell’uomo (così viene di regola definito il cane, anche se, purtroppo, molti fatti di origine quotidiana sembrano dimostrarne l’esatto contrario e… soprattutto per causa dell’uomo!). “Quel giorno era la padrona ad avere in mano il guinzaglio: questa sì che era una novità. Ci andai di corsa, vuoi vedere che oggi mi porta a spasso lei?. Invece mi ha portato qui…”.
Il succo del libro di Gasparetto è tutto qui: farci conoscere storie, drammi e speranze degli animali che lui tanto ama e per i quali ha dedicato e continua a dedicare la vita. Come ci dice nella sua biografia Pier Francesco Gasparetto vive nel biellese con moglie, figlia e tanti cani. Autore di libri e manuali sulla storia delle razze canine, Gasparetto è stato anche docente di letteratura inglese all’Università di Torino. Ma la passione per i cani è stata talmente forte e insita nel suo animo da avere deciso di dedicare la sua vita ai vari Biondo, Sultano, Giò, Pipì, Cipria e Rambo, tanto per citare alcuni dei suoi amici le cui commoventi e toccanti storie sono raccontate in questo libro. Si potrebbe dire un “libro da cani”, inteso nel senso che sono proprio loro a raccontarsi, i personaggi che narrano le loro vicende per lo più dolorose anche se alle volte maliziosamente ironiche. Ma sempre così umane che al lettore sorge spontanea una domanda: noi, umani, nei loro panni saremmo in grado di essere così obiettivi e sinceri? Una risposta che con tutta lealtà non mi sentirei di dare e così, temo, moltissimi di noi, sempre troppo presi dalla fretta del vivere quotidiano e dall’egoismo che il più delle volte non ci dà nemmeno il tempo di voltarci indietro a riflettere e a considerare altri aspetti e, soprattutto, altre creature che ci attorniano e che spesso cercano di farci comprendere di avere bisogno di noi, magari anche di una sola carezza o di un semplice e “gratuito” gesto di affetto nei loro confronti. Insomma, un libro che ci invita a riflettere e a considerare che attorno a noi ci sono molte altre creature che pur non avendo il dono della parola ci fanno capire in modo molto esplicito di avere bisogno di noi. |
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Pubblicato il 2011-06-05 05:59:06.
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