Ricordiamo la suadente voce di Aldo Maria Valli nella sua trasmissione dalla piazza San Pietro in occasione della dipartita e il successivo commento discreto e toccante dei funerali di Papa Giovanni Paolo II nell’aprile del 2005.
A distanza di tre anni dalla scomparsa di quel grande Papa, Valli ci propone queste riflessioni sul “suo” Karol. Un atto di rispetto ma anche di amore nei confronti di un papa fra i più grandi della storia della chiesa, ma, soprattutto, ciò che egli ha provato camminando accanto a lui e che attraverso i suoi insegnamenti hanno motivato le sue scelte di vita. Scelte che hanno riguardato non solo la sua attività di vaticanista del TG1 ma che hanno condizionato la sua stessa vita di famiglia. Come giustamente fa notare Gianni Riotta nella Prefazione al libro “Aldo ha testimoniato il passaggio di un gigante: e ce ne racconta le orme sulla terra e oltre come chi ha visto l’agape, e si affretta a tornare indietro per narrarlo, incredulo di essere stato scelto, così fragile, a dire di miracoli e giganti”. In effetti, proprio questa “vicinanza” con il grande Pontefice polacco lo ha portato a magnificarne le sue immense doti di comunicatore che va diritto al cuore e alla ment, anche tramite l’utilizzo di un “strumento” come la televisione. Chi non ricorda il fuori programma di Denver del 1993 dove, da una grande platea a cui stava parlando della violenza nelle società avanzate, aveva con vigore proclamato che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, anche la televisione. E poi con una battuta aveva proseguito, dicendo: «Il papa sta parlando contro la televisione proprio mentre la televisione lo sta riprendendo». Questo è stato un episodio ma che mette in rilievo qual è stato l’insegnamento di Giovanni Paolo II sui mass media che condensa in quattro punti: i media e la verità, i media e la libertà, i media e la giustizia, i media e l’amore. Un richiamo molto esplicito all’atteggiamento del nostro vivere quotidiano dove i “media” e la televisione in particolare hanno una così grande responsabilità sulla conduzione della vita odierna. Nel libro, che si potrebbe definire come un vero e proprio diario intimo dell’autore con Giovanni Paolo II, sono riportati gli episodi (moltissimi episodi) del cammino pastorale del grande Wojtyla fra la gente. Ed è qui che Aldo Maria Valli, grazie alla sua esperienza diretta, ci dà la testimonianza che camminando accanto ad un simile “gigante” ognuno di noi potrà trarre benefici non solo per il proprio spirito ma anche per una opportunità di vita confacente con lo spirito cristiano, quello stesso spirito umano e cristiano che per tutta la vita ha animato pensieri e opere di Papa Giovanni Paolo II. Come le toccanti parole con cui, al pari di un epitaffio, conclude il suo libro narrando al mondo il suo funerale e che suonano come il messaggio che un grande comunicatore come “Karol” ha lasciato in ognuno di noi: “Mentre faccio la telecronaca a me invece viene in mente il bianco. Della neve e del ghiaccio che il papa amava. C’è una foto di Wojtyla in montagna, nello scenario di un ghiacciaio. E felice di essere lassù, sorride con il viso e con gli occhi. Lo ricordo così, il mio Karol”.
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Recensione |
Il mio Karol. Così ho raccontato Giovanni Paolo II. Così lui ha parlato a me |
saggistica |
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Autori |
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Aldo Maria Valli |
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Edizione: Paoline Edizioni Milano 2008 |
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pp. 320 |
prezzo: € 24,00 |
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Recensione a cura di |
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Mario T Barbero |
Pubblicata su: Literary nr.10/2008 |
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